Collegio della Sapienza

Il Collegio della Sapienza



Mission

Presidente Bianco

L'istruzione, e più in generale la cultura, è l'unico perno sul quale costruire il futuro del nostro paese e collegi come il Collegio della Sapienza sono utilissimi per formare la classe dirigente del domani.

Offrire agli studenti più meritevoli, figli dei sanitari italiani, un luogo ideale per concentrarsi nei propri studi ed avere una vasta serie di servizi sia alloggiativi che numerose attività formative trasversali, è quello che ci si prefigge di fare nel Collegio della Sapienza.

Il tutto, nel cuore di uno dei centri storici più belli d'Italia: la struttura ONAOSI è entrata ufficialmente nel 2021 a far parte dell'esclusivo gruppo dei Collegi di Merito italiani (sono poco più di una cinquantina in giro per l'Italia, ma concentrati soprattutto nelle regioni settentrionali e riuniti nella CCUM).

Il Collegio della Sapienza è ospitato all'interno di un gioiello architettonico trecentesco, costruito come Collegio per gli studenti di Teologia e Diritto su volontà del cardinale Niccolò Capocci. Al suo interno, gli studenti che vengono ammessi ogni anno per concorso, trovano ogni comfort pensato per favorirne il massimo rendimento negli studi.

Gli studenti possono inoltre contare sull'assistenza di tutor personalizzati e l'offerta di attività culturali e integrative dei corsi accademici e di preparazione alla vita professionale sulla base di un contratto personalizzato tra il Collegio e ogni singolo studente.


Statuto [ ]
Videointervista del Presidente Zucchelli [ ]
TG Regionale: riconoscimento del Collegio di Perugia a Collegio di Merito [ ]
Presentazione Collegio ONAOSI della Sapienza di Perugia [ ]



Storia

Nel 1350 circa la corte pontificia, esule ad Avignone ma desiderosa di ritornare in Italia, incaricò il cardinale Niccolò Capocci di istruire e formare i futuri quadri dirigenti del nuovo Stato Pontificio.

A tale scopo nel 1360 volle istituire un collegio per studenti italiani e stranieri di teologia e diritto, canonico e civile, della prestigiosa università perugina. Il 20 settembre 1362 il cardinale dettò le condizioni per l’accoglienza dei quaranta sapienziali che dovevano essere chierici o bisognosi. 

Furono istituite clamorose innovazioni pedagogiche: il rettore doveva essere scelto ogni anno dagli stessi scolari. Il fondatore poi assicurò i mezzi di sostentamento finanziario per la vita del collegio attraverso cospicue proprietà terriere. 

Per la realizzazione dell’edificio il cardinale Capocci scelse l’architetto Matteo di Giovannello da Gubbio detto il Gattapone, che progettò, fra l’altro, la Rocca Albornoziana di Spoleto., quella di Narni e di Ancona. Dapprima fu chiamata casa degli scolari di San Gregorio poi Sapienza al quale nome fu aggiunto in seguito quello di vecchia per distinguerla da quella nuova (collegio istituito nel 1430 per studenti di medicina e diritto). 

Il Gattapone realizzò con tale maestria il collegio tanto da divenirne un esempio per secoli. Furono previste stanze individuali per gli scolari, un locale di grandi dimensioni per le attività culturali e ricreative, una biblioteca, magazzini per lo stoccaggio delle merci, un frantoio oleario e una cisterna per la raccolta delle acque piovane.

Nel 1902 la Sapienza fu presa in affitto dall’O.N.A.O.S.I. (Opera Nazionale Assistenza Orfani Sanitari Italiani) per accogliere i propri ragazzi e acquistata nel 1936. 

Oggi la struttura è organizzata come Centro Formativo universitario che ospita studentesse e studenti, figli di sanitari contribuenti, provenienti da varie regioni italiane.


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Visita Collegio


Teatro

Già in origine una vasta sala con volte a crociera occupava quasi per intero il pianterreno prospiciente il cortile del pozzo, destinata ad ospitare le molteplici attività culturali degli studenti. Il palco eretto contro la parete di fondo sul lato meridionale accoglieva inizialmente le esibizioni del coro ed i saggi di eloquenza. 

Nel 1698 furono eseguiti i primi lavori di restauro e abbellimento, fra cui la divisione in due piani della grande sala: il piano terra fu adibito a refettorio mentre per il teatro fu costruito un nuovo, elegante edificio.  In esso trovò posto l’ampio palcoscenico con un apparato scenografico che riproduceva, in più modeste proporzioni, quello dei grandi teatri lirici come la Scala di Milano. 

Fu costruita un’elegante galleria a volte con decorazioni policrome di cui è rimasta qualche piccola traccia. 

Il teatro fu di nuovo restaurato nella seconda metà del XVIII secolo e, fra i nove teatri sorti a Perugia, quello della Sapienza Vecchia, dapprima chiamato della Minerva, assume il nome e il ruolo di Teatro Nazionale dell’Accademia di Belle Arti.  Ai lati delle pareti erano eretti più ordini di palchi in legno, così da accogliere un maggior numero di spettatori. 

Sembra che vi abbia recitato anche il giovinetto Carlo Goldoni, che si trovava a Perugia negli anni 1716-1719 per i suoi studi giuridici. 

Dopo un periodo di forzata chiusura, nel 1846 la Sapienza Vecchia verrà riaperta non senza altri lavori di ristrutturazione, che riguarderanno di nuovo il teatro e l’adiacente sala “rossa”.


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Sala Rossa

Nella “sala rossa” furono eseguite nuove raffinate decorazioni dai noti pittori perugini Lemmo Rossi Scotti e Matteo Tassi

L’ultimo importante restauro di queste strutture si è avuto nel periodo 1995-2000: oltre al recupero strutturale e l’accurato restauro pittorico è stato restituito al suo splendore originale anche il pavimento a piastrelle policrome della sala “rossa”.


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Foyer

Lo svuotamento di un terrapieno eseguito per creare un ingresso indipendente al teatro (foyer) ha portato alla luce resti di mura romane e medievali.


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Cappella

Dedicata a San Gregorio Magno oggi è completamente restaurata sia nella struttura che nelle decorazioni interne. 

Sulla parete si ammira una crocifissione dipinta a fresco (1360 c.) da un artista di scuola giottesca, tale Pace di Bartolo detto Giottino, allievo della scuola dei maestri Puccio Capanna e Stefano da Perugia

Sotto la crocifissione è visibile un più recente e prezioso gioco architettonico eseguito da Domenico di Paride Alfani (1480 c. – 1553 c.). 

Fu creato per ospitare la pala d’altare raffigurante la Madonna in trono con San Gregorio e San Nicola di Bari, da lui firmata e datata 1518 (ora visibile presso la Galleria Nazionale dell’Umbria). 

Nel ‘700, sempre per adornare quest’opera, fu realizzato un prezioso altare ligneo, con cornici ed arabeschi in oro su fondo azzurro. Ai suoi lati vi sono due porte lignee con cornici marmorizzate. Nella parete di destra in alto è visibile un’Annunciazione di incerta attribuzione.  Nelle pareti laterali sono collocate due tele raffiguranti una crocifissione (sec. XVI) e un S. Andrea Avellino morente (sec. XVIII). 

Nella parete che oggi è quella di accesso, si ammira un coro ligneo finemente intagliato (sec. XIII); sopra di esso è collocato un importante organo costruito da Nicola Morettini (1860). 

Il soffitto, a volte incrociate, è decorato con forme geometriche alternate a figure.


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La cisterna del Gattapone

Nel XIV secolo la necessità di raccogliere e conservare l’acqua piovana, per renderla potabile, produsse interessanti opere ingegneristiche. Si realizzavano condotte che comunicavano con vasche di drenaggio, generalmente scavate in blocchi di travertino per il deposito delle impurità. 

Il Gattapone utilizzò questo sistema per costruire la cisterna della Sapienza

Arrivata fino a noi senza alcuna modifica, consiste in un cilindro alto 18 metri e del diametro di 8, con le pareti perfettamente intonacate. Al suo interno vi è un altro cilindro di travertino del diametro di circa 4 metri, e fra i due un’intercapedine che alla base comunica con la camera interna attraverso una serie di fori che consentono il passaggio dell’acqua pura. La bocca della cisterna fu ornata da una vera che ricorda la Fontana Maggiore, simbolo della città. 

Tale struttura fu in seguito impreziosita da un colonnato circolare di particolare suggestione, su disegno attribuito a Galeazzo Alessi (1596). 

Inciso sulla trabeazione si legge: “in vitam aeternam aqua sapientiae salutari potabis eos amplius sitient sed fiet in eis fons aquae salientis” (l’acqua salvifica della Sapienza li disseterà per sempre né proveranno più sete, ma essi stessi diventeranno fonte dell’acqua che sgorga). 

Il riferimento è affascinante poiché si ispira ad un passo del Vangelo di Giovanni (4.14) ricondotto al nome del collegio (Collegio della Sapienza).


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La Biblioteca

Nella biblioteca del Collegio della Sapienza sono custoditi numerosi volumi antichi di diritto civile ed ecclesiastico. 

Nel 1476 un gruppo di "sapienziali", di origine tedesca, porta a compimento la stampa del "Digestum vetus glossato".

Nel 1986 è avvenuto il recupero statico ed artistico della ricca biblioteca.


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Staff

  • Direttrice

    Dottoressa Angela Sancricca

  • Responsabile della Formazione

    Dott. Carlo Parrini








  • Staff Amministrativo

    Dottor. Stefano Duranti, Sig.ra Mariella Staffa

  • Staff Educativo

    Dottor Francesco Baldoni, Dottor Luca Iaconisi, Dottoressa Silvia Priolo, Dottoressa Cecilia Orsoni






  • Staff Portineria

    Annamaria, Sonia e Mariagrazia


  • Francesca, Claudio e Mirko


  • Alessandra


  • Servizi pulizia

    Giuliana


  • Cristina e Sabrina






Accordi e Partnership

Sono in essere protocolli di intesa e convenzioni con:  

  • Università degli studi di Perugia;
  • Università per stranieri di Perugia;
  • Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa;
  • Università di York;
  • Università di Salamanca;
  • Università di Yale;
  • Avis;
  • FAI - Fondo per l’ambiente Italiano;
  • EucA - European university college Association.

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